Tumore vescica - Aurelio Modicamore

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Tumore della vescica
Il tumore della vescica è causato dall'anomalo sviluppo di alcune cellule vescicali, che a causa di mutazioni genetiche smarriscono la naturale suscettibilità ai meccanismi che ne regolano crescita e proliferazione. Quando queste cellule si moltiplicano dando origine ad una neoformazione più o meno espansiva si parla di tumori benigni della vescica, mentre quando acquisiscono la capacità di invadere i tessuti e gli organi circostanti - sostituendosi alle cellule normali - si parla di tumori maligni della vescica o carcinomi vescicali.

Il cancro della vescica è la più comune forma tumorale a carico dell'apparato urinario, mentre nello scenario complessivo delle neoplasie maligne rappresenta il 3-4 per cento di tutti i casi (tra le più comuni vi sono quelle alla mammella, al polmone, al colon-retto e alla prostata). Si colloca inoltre al quarto posto tra i tumori maligni che colpiscono il sesso maschile e all'ottavo posto tra quelli che interessano il sesso femminile.
Il tumore della vescica può interessare diverse tipologie di cellule, condizionando sia l'evoluzione della malattia che il suo trattamento. Tra le forme più comuni di cancro alla vescica ricordiamo:
carcinoma delle cellule di transizione (o carcinoma uroteliale): si tratta della forma tumorale più comune in assoluto (90% circa dei casi); si sviluppa a livello delle cellule che formano il rivestimento interno della parete vescicale (tonaca mucosa costituita da un epitelio di rivestimento di transizione, cioè da un tessuto dove il numero di strati cellulari e la loro forma variano a seconda che la vescica sia piena o vuota). La stessa tipologia cellulare riveste anche le pareti interne dell'uretra e degli uteri, che rappresentano ulteriori sedi potenzialmente soggette allo sviluppo di questa forma tumorale.

Carcinoma delle cellule squamose: coinvolge cellule piatte e sottili che si possono formare nella vescica in risposta ad un lungo processo infettivo od irritativo. Come vedremo in seguito, questa forma tumorale interessa soprattutto le aree del pianeta dove sono comuni alcune infestazioni parassitarie (schistosomiasi).
Adenocarcinoma (1-2% dei casi): origina dalle cellule appartenenti alla componente ghiandolare vescicale; anche questa forma tumorale è abbastanza rara nel nostro Paese.
LA CISTOSCOPIA
La cistoscopia è una procedura diagnostica finalizzata all'esplorazione visiva delle pareti interne di uretra e vescica, in modo da individuare eventuali anomalie ed effettuare prelievi di tessuto a scopo diagnostico e/o terapeutico.
La cistoscopia trova indicazione in presenza di sintomi urologici come ematuria (sangue nelle urine), disuria e stranguria (minzione difficoltosa e dolorosa), incapacità di svuotare la vescica (ritenzione urinaria) o improvviso ed incontrollabile bisogno di urinare. E' inoltre indicata in presenza di vari problemi del tratto urinario, come infezioni ricorrenti o stenosi uretrali dovute ad ipertrofia prostatica, calcoli renali o tumori. La cistoscopia rappresenta, in particolare, il "gold standard" (cioè il test di riferimento) nella diagnosi di cancro alla vescica e come tale va eseguita ogni qualvolta - dagli esami di diagnostica per immagine e citologia urinaria o da altri marcatori predittivi - emerga il sospetto di neoformazioni vescicali. Durante la cistoscopia, oltre ad esaminare il lume interno dell'organo, è possibile prelevare piccoli campioni tissutali dalle lesioni sospette ed inviarli al laboratorio per l'esame citologico (ricerca microscopica di cellule tumorali). In molti casi, inoltre, la cistoscopia permette di rimuovere la formazione tumorale, distruggendola tramite corrente elettrica o raggio laser ad alta energia; dopo l'intervento, viene comunque ripetuta periodicamente per controllare la presenza di eventuali recidive.
Sempre come procedura interventistica mini-invasiva, la cistoscopia permette di trattare altri problemi urinari, rimuovendo ad esempio calcoli, diverticoli, corpi estranei o formazioni anomale benigne o maligne.
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